Chi coltiva non guadagna più nulla, eppure frutta e verdura costano sempre di più. La GdO acquista l’80% dell’ortofrutta ed esercita il suo potere, imponendo i prezzi ed usando la frutta o la verdura come richiamo con le offerte speciali per vendere altri prodotti. La Coldiretti denuncia: “Le angurie comperate a 0,12 costano al consumatore 0,6: i meloni comperati a 0,39 costano 1,3; le pesche da 0,39 arrivano a 1,95”. Gli agricoltori sono pagati male: 10 centesimi i cocomeri, 35 i meloni e 20 le pesche. I mercati hanno prezzi più alti: i cocomeri arrivano a 1,40, i meloni a 2-3 euro, le pesche a 2,30. Chi esce con le ossa rotte è il contadino. Solo lo “stacchino”, l’uomo che sceglie i cocomeri maturi, prende 1 euro per ogni quintale staccato. La macchina che seleziona i cocomeri, li lucida e mette l’etichetta costa 70 mila euro. I meloni sono pagati la metà rispetto l’anno scorso. In molti campi i cocomeri non vengono raccolti: troppo costoso. Una perdita sia per i proprietari dei terreni che per i braccianti. La raccolta delle pesche è a metà stagione. Un operaio costa 100 euro al giorno (le pesche vanno raccolte a mano). Sono pagate 20 centesimi al chilo, per pareggiare i costi dovvrebbero essere offerte almeno a 40 centesimi. Fino a quando gli agricoltori potranno lavorare in perdita?
Dal campo alla tavola i prezzi vanno alle stelle
© Riproduzione riservata