Come diventare artefici del proprio destino nell’anno appena iniziato
L’anno nuovo è appena iniziato e sono in tanti a essersi lanciati in previsioni più o meno azzardate sull’anno che ci attende. Ascoltando questa enorme massa di “veggenti”, viene spesso il sospetto che le previsioni siano più un tentativo di “influenzare”, piuttosto che una critica interpretazione della realtà, per cercare di carpirne i segreti futuri. Abraham Lincoln, il sedicesimo presidente degli Stai Uniti d’America, un giorno ha affermato: «La cosa migliore del futuro, è che arriva un giorno per volta»; una dichiarazione che potrebbe essere presa a emblema dell’atteggiamento migliore che dovrebbe avere qualsiasi operatore che si confronta con il mondo del commercio. Come operatori del mercato della somministrazione, a prescindere che il proprio ruolo sia di fornire le materie prime, trasformarle con maestria nei laboratori di produzione o servire i prodotti finali ai propri clienti, tutti noi dobbiamo solo impegnarci a dare il meglio della qualità e del servizio: questa semplice regola ci porterà a trovare nuovi clienti disposti a puntare su di noi.
Fare accadere le cose
Ci sono molti approcci al lavoro. Il primo è quello di “guardare le cose accadere”, cercando nell’ambiente la causa di ogni problema che ci vede coinvolti. Se chiedete a questo tipo di persone come vedono l’anno appena iniziato, cominceranno a parlarvi di crisi, di fornitori, di concorrenti, forse di governo, l’unica certezza è che la loro frase avrà un soggetto in terza persona, il motore degli eventi che li vedrà coinvolti sarà sempre esterno a loro. La seconda categoria, quella che approccia lavoro e vita con l’intento di “fare accadere le cose”, risponderà alla stessa domanda iniziando la propria frase con un “io farò” oppure “io ho deciso che” o ancora “io punterò sicuramente su”: ognuno avrà la sua personale ricetta, ma tutti di certo si metteranno al centro degli eventi, indiscussi promotori del proprio destino. Sul tema, un manager americano, John M. Capozzi, ha detto «la ricchezza arriva a coloro che fanno accadere le cose, non a coloro che lasciano che le cose accadono».
Uscire dalla propria attività
Chi ha vissuto il boom economico degli anni sessanta ha provato la magica sensazione di dover solo seguire gli eventi, allestire un locale in una buona posizione, offrire prodotti semplici e buoni e cavalcare l’onda del successo. Oggi i tempi sono cambiati. Ciò che dovete fare allora è uscire dal laboratorio e dalla vostra attività e andare a fare shopping, osservando ciò che vi coinvolge e ciò che vi lascia indifferenti, quali comportamenti vi stimolano all’acquisto e quali vi infastidiscono e fate questo esercizio soprattutto nella scelta di un locale di ristoro. Tornate poi alla vostra attività e provate a guardarla come se non fosse la vostra, con occhio distaccato, critico, come foste un cliente qualsiasi e chiedetevi cosa potreste migliorare. È un esercizio semplice, ma può risultare molto stimolante. O se preferite, è un modo come un altro per dire che il domani ce lo costruiamo in gran parte da soli, se è vero che «il futuro appartiene a chi crede alla bellezza dei propri sogni», per citare una celebre affermazione non di un presidente, ma della sua consorte, Eleanor Roosevelt.
Davide Pini
Consulente direzionale nell’ambito della gestione d’impresa, con particolare riferimento al marketing e ai processi d’innovazione. Dopo il Master in Marketing Management alla “SDA Luigi Bocconi”, si dedica alla creazione di nuovi format di ristorazione e intrattenimento all’interno di centri commerciali in Italia e all’estero, capitalizzando anche sull’esperienza maturata all’interno della società Autogrill, che lo vede protagonista del lancio di “Spizzico”. Nei quasi vent’anni di attività di consulenza, ha contribuito al successo di primarie società di Food & Beverage nel mondo Horeca. Per informazioni: www.gastromarketing.it
(Dolcesalato n. 111, gennaio 2011)